Oggi io e Filippo ci siamo scattati un ritratto a vicenda con la Graflex.
Il nostro primo scatto in 4×5 pollici.
Se sei abituato al digitale scattare con questa macchina ti tira scemo.
La faccenda è complessa e molto lenta: si vede alla rovescio, sei costretto a riflettere e a mettere in fila operazioni ormai rimosse dal cervello.
Apri l’otturatore, metti a fuoco con lentino su vetro smerigliato, poi chiudi otturatore, misuri la luce, imposti tempi e diaframmi.
Poi inserisci lo chassis, alzi il volet, ti concentri e quando pensi che sia il momento giusto scatti.
Poi riabbassi il volet e speri che sia andato tutto come volevi che andasse.
Prima di sviluppare le due lastre ho chiamato Silvio per capire come estrarle dallo chassis e come trattarle.
Poi le ho caricate nella tank e le ho sviluppate, fissate, lavate e asciugate.
Una volta visto il risultato ho scritto a Silvio e a Mario, nessuno di noi ha capito cosa fosse andato storto.
Che figata non venirci a capo, che magia, che giramento sano di coglioni!
Per consolarmi penso che sia un omaggio a Robert Frank e a Hiroshi Sugimoto.
Ma sono perfettamente consapevole che non è così, sono semplicemente due fotografie toppate in pieno, altroché omaggi!
Ecco a voi il risultato finale, lamadonna che giramento di culo…