BACIAMI ANCORA è un film scritto e diretto da Gabriele Muccino, con Stefano Accorsi e Vittoria Puccini, sequel de L’ultimo bacio.Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 29 gennaio 2010.
Trama [modifica]La storia si svolge a Roma, dieci anni dopo il primo episodio, e narra l’evoluzione della storia d’amore fra Carlo (Stefano Accorsi) e Giulia (Vittoria Puccini), le loro vite (i successi, le delusioni, gli errori, i desideri) e quelle dei loro amici di sempre: Paolo (Claudio Santamaria), Adriano (Giorgio Pasotti) e Alberto (Marco Cocci), partiti per un goliardico viaggio alla fine del primo film che si rivelerà formativo per loro, e Marco (Pierfrancesco Favino) felicemente sposato con Veronica (Daniela Piazza).Cast [modifica]Domenico Procacci, il produttore del film del 2001, conferma la presenza di gran parte del cast del primo film (tranne che per il ruolo di Giulia, per il quale Vittoria Puccini ha preso il posto di Giovanna Mezzogiorno): Stefano Accorsi, Claudio Santamaria, Sabrina Impacciatore, Pierfrancesco Favino, Daniela Piazza, Giorgio Pasotti e Marco Cocci. Ha aggiunto anche la presenza di quattro new entry: Valeria Bruni Tedeschi, Adriano Giannini, Francesca Valtorta e Primo Reggiani. Il ruolo di Sveva viene interpretato da Sara Girolami. Martina Stella, che nel primo film interpretava Francesca, liceale che fece perdere la testa a Carlo (Stefano Accorsi), ha dichiarato di aver rifiutato di tornare al ruolo che le diede la fama: «Provo tanto affetto per Gabriele Muccino, gli devo immensa riconoscenza per aver creduto in me, ma credo che quel personaggio sia finito li nell’Ultimo Bacio. Trovo che sia più giusto, per me, non proseguire».Muccino, qualche giorno dopo, ha affermato di non averle mai offerto il ruolo: «È stato divertente scoprire che Martina Stella ha rifiutato una parte che in realtà non è mai esistita. Mi dispiace che Martina si faccia pubblicità in questo modo, ma voglio chiarire che il suo ruolo era realmente finito nel primo film. Non è mai stato previsto uno sviluppo del ruolo [..] solo nella prima stesura del copione era previsto un piccolissimo cameo in omaggio a Martina, che poi è stato tagliato. Oggi chiunque abbia in mano il copione sa che quel ruolo non esiste più.»Riprese [modifica]Le riprese del film sono iniziate venerdì 26 giugno 2009 a Roma e terminate mercoledì 30 settembre 2009.

WIKIPEDIA

ANZIANE impellicciate che guardano stizzite l’obiettivo, uomini con i cappelli che fumano sigari, bambini che piangono accuditi da mammine eleganti. Venti anni di storia americana, fotografata per le strade di Chicago rigorosamente in bianco e nero con una macchina Rolleiflex medio formato, tornano alla luce, online, grazie a un collezionista fortunato. L’autrice di questi mirabili scatti, esempi preziosi di street photography, è la francese Vivian Maier: arrivata negli Stati Uniti negli anni ’30, impiegata prima come commessa e poi come bambinaia, morta in disgrazia nel 2009 e solo oggi celebrata come una fotografa di successo. Ha scattato ininterrottamente fino agli anni ’90 per poi conservare migliaia di negativi mai stampati tutti per sé, senza mostrarli mai a nessuno. Ma nel 2007, a causa di alcuni pagamenti insoluti, parte della  produzione di Vivian viene ceduta, insieme ad altri mobili d’epoca, chiusa in un armadietto di archiviazione.I mobili vengono messi all’asta e 40mila negativi, dei quali circa 15mila ancora all’interno di rullini non sviluppati, vengono acquistati per poche centinaia di dollari da John Maloof, fotografo per passione e agente immobiliare per professione, in cerca di materiale fotografico per la scrittura di un libro sui quartieri di Chicago. È lui a decidere di far conoscere al mondo l’opera di Vivian pubblicando parte delle immagini acquisite sul blog Vivian Maier – Her discovered work. Sboccia così, a metà tra la leggenda e la virtualità, il mito di Vivian Maier, la fotografa del mistero della quale si conoscono rare notizie biografiche e il cui viso si intravede solo in alcuni autoscatti.
BENEDETTA PERILLI REPUBBLICA.IT

J. D. Salinger è morto oggi a Cornish, New Hampshire, la cittadina dove ha trascorso gran parte della sua vita appartatissima. Aveva 91 anni. L’autore del Giovane Holden, lo scrittore che col suo romanzo – uscito nel 1951 – ha rappresentato in mito per diverse generazioni di giovani, resterà per sempre un simbolo di ribellione, di inquietudine, per chi sta per attraversare la “linea d’ombra” tra l’infanzia e l’età adulta. Un mito alimentato anche grazie alla sua esistenza misteriosa; all’alone di segretezza, quasi di leggenda, che la sua incredibile riservatezza creò attorno a lui.

Hai presente la classica smagliatura che una volta ti faceva correre in bagno con una boccetta di smalto per rimediare? Bene quella che fino a ieri sembrava la massima caduta di stile oggi è la tendenza hot tra le star che amano stupire. Complici alcune sfilate di moda che hanno mandato in passerella modelle con i buchi nelle calze, e soprattutto il marchio Rodarte che ha fatto di questi un’arte sublime, le celebrities si divertono a presentarsi in pubblico come se fossero state attaccate da un branco di gatti randagi. Il problema però è che l’arte dello strappo non è proprio alla portata di tutte: è rock se è fatto ad arte. Fa… “trascurato” se male interpretato.

REPUBBLICA.IT

Se ne stava lì, sotto la residenza romana di Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, nascosto dietro un paio di occhiali da sole. E’ stato notato da una pattuglia del Nucleo radiomobile di carabinieri intorno alle 20, mentre aspettava non lontano da un gruppo di giornalisti il rientro del premier da un incontro politico. Insospettiti, i militari lo hanno avvicinato e perquisito. Con sé aveva coltelli e bulloni.L’uomo, un 55enne senza fissa dimora e originario dell’ex Jugoslavia, si sarebbe giustificato dicendo ai carabinieri: “Aspettavo il premier per consegnargli una poesia”. Portato in caserma, da ulteriori accertamenti è risultato in possesso di un’auto rubata. L’uomo è stato sottoposto a fermo per ricettazione e denunciato per il possesso illecito dei coltelli REPUBBLICAROMA.IT

“Ho bisogno di tempo per decidere come sarà il 2014″ ha dichiarato durante una conferenza stampa a margine del congresso di gastronomia Madrid Fusion, promettendo che alla riapertura le cose non uguali”.Adrià, osannato dagli avanguardisti ma anche criticato da chi non riesce ad apprezzare il suo stile, si è detto stanco di passare 15 ore al giorno in cucina. Lo chef catalano è dagli anni ’90 alla testa di un movimento chiamato con formula un po’ astratta di cucina molecolare, per la quale “il cliente ideale, ha non viene a El Bulli per mangiare, ma per provare un’esperienza”.  Già adesso il suo ristorante, tre stelle Michelin, primo del mondo secondo l’inglese Restaurant Magazine e una lista d’attesa di oltre un anno per sedersi ai suoi tavoli, era aperto solo sei mesi l’anno, mentre gli altri sei venivano messi a punto nuovi piatti nel suo ‘laboratorio’, El Taller a Barcellona. Adesso la chiusura sarà decisamente più lunga.

L’ESPRESSO FOOD&WINE

Con l’indicazione «carne profumata» la pietanza a base di cani e gatti viene servita spesso e volentieri come specialità in Cina. Ciò è destinato a cambiare. Un disegno di legge, il primo e unico nel suo genere nella Repubblica popolare, intende infatti vietare il consumo e il commercio di carne di gatto e cane. Pena la reclusione.I cinesi dovranno probabilmente rinunciare in futuro alla pietanza tanto in voga nella Repubblica popolare. Chi verrà sorpreso a mangiare carne di cane o gatto dovrà pagare una multa di 5.000 yuan (500 euro circa) o, in alternativa, trascorrere 15 giorni in carcere, scrive il giornale Chongqing Evening News. È previsto un giro di vite anche per i punti di ristorazione e distribuzione: le società che commerciano con questo tipo di carne, rischiano pene pecuniarie dai 10.000 ai 500.000 yuan. Per ora si tratta solamente di un disegno di legge e non è ancora chiaro quando potrà essere approvato in via definitiva. Ciononostante, gli attivisti per i diritti degli animali parlano già di vittoria. La carne di cane, consumata in Cina almeno fin dai tempi di Confucio, è oggi ancora molto diffusa in molte regioni, nonostante le moltissime critiche che giungono soprattutto dall’Occidente che considera generalmente la carne di cane un piatto tabù.La carne di gatto, invece, è ritenuta una vera e propria specialità nel sud del Paese. Ciò ha provocato mal di pancia agli ambientalisti che negli anni hanno protestato con blocchi stradali e fermato i viaggi su camion di migliaia di cani e gatti destinati alle grandi macellerie delle città. Utilizzata spesso in passato come un rimedio nelle situazioni di penuria alimentare, è stata in seguito apprezzata per il supposto beneficio alla circolazione del sangue e all’energia Yang, fino a diventare un piatto ricercato. L’ipotesi di un divieto in ogni caso ha scatenato vivaci discussioni su blog e forum cinesi. Il procuratore e ricercatore dell’Accademia delle scienze sociali Chang Jiwen ha cercato di rassicurare spiegando al quotidiano China Daily che «la legge non influenzerà le abitudini delle persone, visto che sono pochi coloro che ancora mangiano carne di gatto o cane». Oltretutto, la nuova legge aiuterebbe a revocare le limitazioni commerciali di molti prodotti animali dalla Cina.
ELMAR BURCHIA CORRIERE.IT

Nell’alta valle del fiume Hudson, dove l’acqua del fiume che bagnerà poi Manhattan è ancora limpida, vive da eremita il vecchio che fece crollare il “Blue Wall”, il muro blu dell’omertà e della corruzione poliziesca a New York: Serpico. Nel cranio porta ancora i frammenti dei proiettili che gli furono esplosi in faccia. Nel cuore l’amarezza per essere stato dimenticato ed espulso dai “fratelli” in uniforme come un rifiuto tossico. Nel nome riassume la vergogna e lo scandalo che cambiò la polizia in blu e che fece di lui un libro venduto a tre milioni di copie, un’inchiesta ufficiale devastante e un film leggendario.Lo ha scovato, nella capanna di tronchi da pioniere che egli stesso si è costruito e dove vive con la sua “ragazza” come chiama la signora di cinquant’anni che gli fa compagnia, il New York Times, mezzo secolo dopo quel 1959 nel quale Frank Serpico divenne patrolman, piedipiatti, poliziotto di quartiere a Brooklyn. Frank, che da vecchio somiglia sempre più, nella barba un po’ irsuta, nel volto stazzonato da 73 anni di vita dura, nella bandana che gli avvolge la testa ancora trafitta dal dolore dei frammenti di piombo, al personaggio che Al Pacino portò sullo schermo, non è, neppure nella quiete profonda dei boschi, un uomo in pace. Serpico è ancora in guerra col mondo, come era in guerra con i gangster, i pusher, i magnaccia, i mafiosi di Brooklyn, ma soprattutto con i suoi colleghi del “Nypd”, il Dipartimento di Polizia, che di quei delinquenti erano al soldo. “Ho ancora incubi – racconta – ogni volta che schiudo una porta, vedo la canna della pistola che mi sparò in faccia

VITTORIO ZUCCONI LA REPUBBLICA.IT

Nei cassetti dell’uomo di fiducia di B. centinaia di foto pronte da esibire quando serve. Blindate quelle di Alfano
La frase chiave per capire il sistema Signorini, non l’ha pronunciata lui, ma l’uomo che il direttore di Chi, nelle sue interviste, chiama spesso “il Capo”: Silvio Berlusconi. Era il 25 giugno del 2009. Sui quotidiani teneva banco lo scandalo delle ragazze a pagamento e delle minorenni (Noemi Letizia) abituali frequentatrici di Palazzo Grazioli. Il Cavaliere cercava di ostentare sicurezza, mentre Il Giornale ancora diretto da Mario Giordano, lo difendeva all’insegna del così fan tutti.

Uno dopo l’altro venivano sparati titoli di prima pagina su una vecchia inchiesta su un giro di squillo in cui erano rimasti coinvolti, come “utilizzatori finali”, alcuni collaboratori di Massimo D’Alema. Era stato allora che Berlusconi, prendendo le distanze dal quotidiano di famiglia, aveva sentenziato: “È stata alimentata una spirale perversa. Io da editore ho stracciato molti servizi e molte fotografie”. Come dire: quello che è finito nel cestino si può sempre recuperare. Bene, Alfonso Signorini, di questa considerazione, sembra aver fatto un credo di vita. Anzi una linea editoriale.

Lo raccontano le ore e ore d’intercettazioni della nuova inchiesta milanese su scatti e ricatti, disposte dal pubblico ministero Frank Di Maio sui telefoni di alcuni paparazzi e agenzie fotografiche. E lo hanno detto a Il Fatto Quotidiano più fonti tutte concordi tra loro. Signorini, l’uomo scelto da Berlusconi come spin doctor e intervistatore di fiducia durante i mesi difficili del caso della escort barese Patrizia D’Addario, di fatto è un collezionista. Non di ossa ovviamente, ma di quella che in gergo nei giornali viene chiamata spazzatura: foto e filmati solitamente considerati impubblicabili, ma che, se gestiti con sapienza. si possono trasformare in una miniera d’oro.

L’ultimo e più clamoroso caso è quello di Lapo Elkann che, grazie alla mediazione di Signorini, ritira dal mercato per 300.000 euro un servizio in cui è ritratto con un trans. E che proprio questa settimana finisce sulla copertina di Chi abbracciato alla fidanzata. Cinque pagine di scatti che sembrano effettuati di nascosto, ma che in realtà sono concordati. Funziona così: ci sono in giro delle tue brutte foto. Io non le pubblico, ma tu mi comunichi il tuo calendario degli appuntamenti. Il paparazzo ti segue, ti fotografa e tu dai al pubblico l’immagine di te che preferisci. È un favore o un ricatto?

Questo è uno dei punti centrali dell’indagine di Di Maio, che però rischia di finire per doversi occupare di aspetti molto più “politici” della vicenda. Per esempio la questione Angelino Alfano. Signorini, oramai soprannominato in redazione e negli ambienti di governo “il ministro ombra”, acquista alcune immagini in cui il Guardasigilli è ritratto in pantaloncini e canottiera mentre si sta facendo fare la manicure. Non è niente di sconveniente. Ma le foto non sono bellissime. Alfano sembra una specie di padrino. Così il direttore di Chi compra e mette tutto in un cassetto. Non c’è niente di male, anche se i parlamentari della minoranza non hanno a disposizione un giornale che gli faccia sistematicamente un lavoro del genere.

Una delle poche eccezioni che si ricordi è quella che riguarda Silvio Sircana, l’ex portavoce di Romano Prodi, immortalato nel 2007, mentre parlava pure lui con un transessuale. Chi ritira tutto per 100.000 euro, senza pubblicare, è un settimanale Rizzoli. Ma poi la cosa salta fuori durante la prima inchiesta di Potenza su Vallettopoli. Il collezionista Signorini, che aveva avuto in visione il servizio (rifiutato) e ne aveva fatto delle fotocopie a colori, in redazione appare al settimo cielo. Poco dopo la foto di Sircana col trans compare in prima pagina de Il Giornale.

Chi l’ha data al quotidiano di via Negi ? L’allora direttore Maurizio Belpietro assicura di averla trovata nei fascicoli processuali. Sarà. Anche se appare certo che Berlusconi dell’esistenza di quel’immagine politicamente imbarazzante sia subito stato informato. Lo dimostra ciò che è accaduto lo scorso ottobre quando sulla scrivania del collezionista arriva l’ormai celebre video di Piero Marrazzo con tanto di viados e cocaina. Signorini, lo racconta lui stesso, avverte immediatamente Marina Berlusconi e poi, dopo averlo rifiutato, ma trattenuto in visione, si preoccupa di proporre il filmato a Libero.

Intanto le immagini arrivano pure a Palazzo Grazioli dove il premier le guarda, prima di avvertire l’ex presidente della regione Lazio della possibilità di ritirarle contattando l’agenzia Photomasi. E il capitolo delle agenzie fotografiche, è proprio quello che appare ora, uno dei più spinosi dell’inchiesta. I soldi in ballo sono tanti. Molte voci e qualche testimonianza parlano di giri di denaro tra le agenzie e i giornalisti che scelgono di acquistare da loro le foto.

A “Chi” la scorsa estate è stata licenziata la celebre photoeditor Paola Bergna che aveva avuto da ridire su una serie di fatture per servizi da lei considerati troppo costosi. È un fatto poi che, negli ultimi mesi, col settimanale stia lavorando a pieno ritmo Spyone, un’agenzia formata da ex di Fabrizio Corona e amministrata da Alan Fioredelmondo, ex maestro di tennis e ottimo amico di Signorini. Uno dei fotografi di Spyone, così come Max Scarfone – autore delle foto di Sircana, di Alfano e mediatore del filmato di Marrazzo – è oggi indagato per estorsione.

E anche se l’agenzia smentisce , fortissimi appaiono pure i legami con Gabriele Parpiglia, il più roccioso tra tutti i cronisti di Signorini, protagonista di alcune operazioni speciali. È stato per esempio Parpiglia, ex ufficio stampa di Corona, a farsi fotografare mentre dava del denaro a un ex fidanzato di Noemi Letizia (era un modo per dimostrare che tutte le rivelazioni del ragazzo sull’inizio del rapporto tra la minorenne e il premier non valevano niente).

Ed è sempre stato lui a mettersi in Calabria sulle tracce del giudice Raimondo Mesiano, dopo che il magistrato aveva condannato la Fininvest a risarcire la Cir di Carlo De Benedetti con 750 milioni di euro. Operazioni speciali, appunto. Perché quelle normali, Parpiglia le racconta persino dagli schermi di Domenica 5. L’ultimo caso è in ottobre. Prima Chi pubblica le foto dell’attore Alessandro Preziosi, compagno di Vittoria Puccini, sorpreso con la giovane aspirante attrice Giorgia Pagliacci. Poi, incredibilmente, riesce persino ad ottenere da Preziosi un’intervista. Guardando Parpiglia in tv è facile capire il segreto dello scoop.

Il giornalista racconta che della coppia Preziosi-Pagliacci esistono immagini, mai messe in pagina, molto più esplicite. Perché, come dimostra il caso Signorini, con una foto si possono fare tante cose. Pubblicare, non pubblicare, non comprare, ma farne delle copie, comprare e pubblicare solo in parte, comprare e tenere nei cassetti. E soprattutto si può fare carriera. Nei giornali, come in Parlamento.
PETER GOMEZ e ANTONELLA MASACALI  l’antefatto il cannocchiale blog

PONTE TRA INNAMORATI
Per anni Ricardo ha cercato di non complicarsi la vita con un rapporto serio perché sognava di andarsene da Cuba. Ma lo scorso inverno ha conosciuto Niurka e, davanti a questa ventenne di Santiago, tutte le sue difese sono crollate. È bastato un bacio a mandare in fumo ogni resistenza: a marzo erano già inseparabili e progettavano di emigrare insieme ovunque fosse possibile.
A metà anno Ricardo si è sposato con un’inglese di quasi due metri e Niurka ha fatto da testimone alle loro nozze. L’aereo ha portato la strana coppia verso la luna di miele, mentre all’Avana la fidanzata, afflitta, cercava un trampolino per avvicinarsi alla grigia Londra dove si era trasferito Ricardo. Niurka si è comprata alcune minigonne e ha cominciato a frequentare i posti in cui i turisti cercano ragazze dolci e belle.
Un sessantenne gentile, che vive a Parigi, si è innamorato del suo corpo esile e all’inizio di gennaio è tornato a Cuba con tutti i documenti necessari per suggellare legalmente l’unione. Si sono sposati in un giorno qualunque, che lei non racconterà mai ai futuri nipoti. E il visto di Niurka è arrivato tre settimane dopo. Niurka e Ricardo si sono dati appuntamento vicino a quel Mediterraneo che non somiglia affatto ai Caraibi dove sono nati.
Lui dirà a sua moglie che un amico lo ha invitato a pescare e lei racconterà che va a trovare una parente emigrata. Nessuno dei due sa come rimediare al cavillo legale in cui sono intrappolati, ma questi sono dettagli che affronteranno in seguito. Ora hanno solo tempo per amarsi, mentre in due diverse città europee delle persone tradite sono state il ponte che ha permesso loro di rincontrarsi.
YOANI SANCHEZ INTERNAZIONALE
http://www.desdecuba.com/generaciony/

MILANO – Mediaset contro Milan. Si potrebbe sintetizzare così il servizio delle Iene mandato in onda mercoledì 20 gennaio: Elena Di Cioccio (figlia del batterista dei Pfm) ha fatto la posta a David Beckham, all’uscita di un locale milanese. Obiettivo: capire perché Armani lo abbia sostituito con Cristiano Ronaldo nei cartelloni pubblicitari della maison, dopo che il calciatore inglese aveva fatto tanto parlare delle sue misure virili.

LA PALPATINA – Una “leggenda” cui ha contribuito non poco la moglie Victoria, che ha descritto accuratamente (e con termini assai entusiastici) le dimensioni sessuali del consorte. Insomma la Di Cioccio voleva verificare se tutto questo corrispondesse al vero. Quindi si è fatta largo tra giornalisti e fotografi che assediavano il campione rossonero, e – indossando guanti gialli di resina – gli ha tastato le parti intime. Beckham è rimasto di stucco, poi si è allontanato velocemente, salendo in auto. Ma la Iena impietosa e senza il minimo imbarazzo lo ha seguito, gridando: «Di’ la verità, ce l’hai piccolo!». Il tutto in tv, davanti a oltre tre milioni di telespettatori.

NO COMMENT – La vicenda ha imbarazzato non poco la squadra rossonera, che sta scaldando i muscoli per il derby con l’Inter di domenica. «Siamo dispiaciuti per l’incidente e ne abbiamo parlato con David, ma non abbiamo alcun commento da fare al riguardo» ha detto un portavoce del team. Ma i giornali inglesi, come The First Post che riporta ampiamente la notizia, si chiedono: come reagirà Berlusconi, al tempo stesso proprietario di Mediaset e Ac Milan (attraverso Fininvest)? Si profila per lui un nuovo “conflitto di interessi”? La Di Cioccio sarà richiamata all’ordine? Per il momento dall’azienda nessun commento, ma sul sito di Mediaset si parla di una puntata «imperdibile».

MILANO – Un bel micione come animale da compagnia. Nulla di strano, se non fosse che per poterselo portare a casa è necessario sborsare la bellezza di centomila dollari. E per il fatto che il felino in questione non è un gatto, bensì una tigre di Sumatra, una specie a rischio di estinzione. L’idea di autorizzare i privati ad accogliere nei propri giardini questi bellissimi, ma non proprio addomesticati, animali è venuta al governo indonesiano. «Per le adozioni bisogna disporre di uno spazio minimo di 60 metri quadrati – ha precisato un responsabile del ministero delle Foreste -, anche se è preferibile offrire loro un terreno di grandi dimensioni». Ma va?
«NON LE NOLEGGIAMO» – Eppure le cose stanno proprio in questi termini. «Noi non vendiamo e non “noleggiamo” tigri – ha precisato ancora lo stesso portavoce, in una dichiarazione all’agenzia Afp -. Autorizziamo semplicemente le persone ad occuparsene. E per questo devono essere disposte ad accettare un certo numero di condizioni».
AMBIENTALISTI CONTRARI – L’iniziativa, come prevedibile, ha sollevato molti dubbi e perplessità, anche tra le associazioni per la difesa della fauna, che chiedono al governo di Giakarta di impegnarsi invece in prima persona per la salvaguardia delle condizioni ambientali che consentono a queste tigri di vivere in libertà, ovvero a lottare contro la deforestazione sempre più massiccia che della scomparsa delle tigri è la prima causa. «Quella del ministero non è certo una soluzione per salvare questi animali – ha insistito Bustar Matair, un portavoce di Greenpeace nell’sudest asiatico -. La migliore soluzione è proprio quella di tutelare le foreste dove da sempre questi animali hanno vissuto». Le «adozioni» riguarderebbero in realtà animali nati in cattività e sarebbero una trentina quelli già ora disponibili. Ma è la proposta in sé che fa storcere il naso a molti.
ALESSANDRO SALA CORRIERE.IT

MILANO – Una storia intima durata sei mesi, a cui è seguita un’amicizia, e poi lo scandalo delle tanti amanti che, però, «lo ha reso più umano e ha migliorato il suo rapporto con la gente, nella speranza che abbia anche imparato la lezione». Così Cori Rist, ex modella 31enne americana dell’Ohio, ha raccontato la sua frequentazione con il golfista Tiger Woods, intervenendo nella prima puntata 2010 del ‘Chiambretti Night’ Sul tipo di rapporto che intratteneva con Woods, l’avvenente bionda non fa mistero: si svolgeva «in camera da letto». Non accadeva nulla, però, di ciò che si legge sui giornali: «Era gentile, non era violento, di certo non mi ha picchiata. Non credo che Tiger sia bisex o malato, credo sia solo un porco» ha detto senza mezzi termini la Rist, affibbiandogli anche un 9 come voto per le performance sessuali.

Il Guardian, invece, intervista uno dei tanti italiani che a quasi quarant’anni vive ancora con i genitori. “Più della metà degli italiani tra i 18 e i 34 anni vive ancora a casa dai genitori. Questa situazione ha spinto il ministro italiano Renato Brunetta a invocare una legge che costringa i ‘bamboccioni’ ad andarsene di casa a 18 anni. Maurizio Schiavi, 36 anni, romano, vive ancora con i suoi. Sarebbe contento se fosse approvata una legge del genere, ma il ministro dovrebbe ancora pensare a stanziare dei fondi per permettere alle persone come lui di mantenersi. Schiavi è ingegnere del suono, ha vissuto all’estero, è stato sposato ed è divorziato. Dopo di che, è stato costretto a tornare a vivere con i suoi genitori”.

INTERNAZIONALE

MOSCA – Nei licei di Mosca può capitare che gli studenti si riuniscano dopo le lezioni per fumarsi uno spinello, o per ubriacarsi di birra, o per cercare maldestramente di fare sesso con le compagne. Niente di diverso, direte voi, dagli adolescenti del resto del mondo. Ma il fatto che la realtà venga messa platealmente in piazza ogni giorno dalla televisione di Stato ha sconvolto gli spettatori e scatena polemiche sui giornali, nei dibattiti radiofonici, perfino una mezza rissa in Parlamento quando i deputati del partito comunista hanno chiesto a gran voce di censurare le trasmissioni di canale uno.Tutta colpa di un serial che si chiama “Scuola” e che va in onda da giovedì scorso ogni giorno alle 18 e 20 con tanto di replica alle 23. Non esistono dati pubblici sull’audience ma a giudicare dall’intensità del dibattito deve essere molto alta. Lo sceneggiato, sulla falsariga di altri modelli occidentali, un po’ come il nostro “I liceali”, è ambientato in un liceo moscovita di periferia il “Numero 249”. Gli interpreti sono quasi tutti veri studenti organizzati e istruiti da una giovanissima regista di talento, la venticinquenne Valeria Gai Ciaganava che che ha già firmato film di un certo pregio con lo pseudonimo di Ghermanika. La regista che ha già girato 60 puntate e spera di farne altre in barba alle polemiche, giura che il suo è un prodotto genuino: “C’era un copione di base ma non mi è mai piaciuto. Insieme ai ragazzi riscriviamo tutti i dialoghi. Intanto in un linguaggio vero, che è pieno di parolacce e di ingenuità ma che è il linguaggio degli adolescenti. Poi cambiamo insieme anche i comportamenti dei personaggi a seconda di come i ragazzi si comporterebbero realmente in certe situazioni imposte dalla fiction”.Anche le riprese rispettano il copione del realismo quasi documentaristico. Ghermanika ha girato in orario di lezione mentre tutto il resto della scuola funzionava regolarmente. Il risultato è crudo per un paese ancora diviso tra voglia di verità e le tranquillizzanti informazioni di Stato. Molti scrivono ai giornali che finalmente hanno potuto vedere in tv quello che già vedevano a casa o che veniva raccontato loro dai figli.

NICOLA LOMBARDOZZI LA REPUBBLICA

Repubblica Ceca: “CUCINA STUPEFACENTE” Dal 1 gennaio di quest’anno i cechi possono legalmente detenere modiche quantità di stupefacenti. In un paese in cui l’erba fa parte della vita quotidiana non c’è da stupirsi, scrive il giornalista polacco Mariusz Szczygiel…Mi sono stupito che le prime informazioni su come coltivare la marijuana a domicilio siano apparse all’inizio degli anni novanta sul serissimo settimanale Reflex, sotto forma di una guida per pazienti affetti dal morbo di Parkinson, che possono trarre benefici da questa pianta.Mi sono stupito che questa stessa rivista organizzi dal 2004 un concorso annuale per la migliore foto di marijuana coltivata personalmente dai lettori: la Reflex Cannabis Cup. Le categorie previste per le foto presentate al concorso sono: In casa, Fuori casa, Bellezza, Composizioni Ikebana…Mi sono stupito  che la prima selezione delle foto sia stata fatta dal redattore capo del settimanale in persona (che dopo aver visto il film  Katyn di Andrzej Wajda alla televisione ceca mi ha scritto in una mail: “I cechi hanno una bella cultura, ma i polacchi hanno una bella anima”).

da INTERNAZIONALE

SCUOLA AUMENTI AI PROFESSORI MA SOLO A QUELLI DI RELIGIONE
Aumenti di stipendio in vista nella scuola, ma solo per gli insegnanti di religione. La novità è contenuta in un provvedimento del ministero dell’ Economia datato 28 dicembre. Ma ha già riacceso le polemiche sui presunti privilegi riconosciuti dallo Stato a chi insegna le nozioni fondamentali della fede cattolica rispetto agli altri professori… Se fossero soltanto 5 mila il giochetto costerebbe ai contribuenti 10 milioni di euro, più tutti gli arretrati. In tutto, i precari di Religione sono quasi 12 mila, più 14 mila docenti di Religione di ruolo.E la restante parte dei supplenti, oltre 100 mila? Nulla, anche se precari da dieci o vent’ anni…La querelle nasce dal fatto che per i prof di Religione, anche precari, una legge del 1980 prevede scatti biennali del 2,5 per cento. Ma a quel tempo erano tutti precari i docenti di Religione e la norma serviva ad agganciare la retribuzione all’ aumento del costo della vita. Poi, nel 2005, lo Stato ha immesso in ruolo i docenti di Religione, ma il privilegio è rimasto.

SALVO INTRAVAIA LA REPUBBLICA

A GOMORRA LA RIVINCITA DELLA GIUSTIZIA
Sull’ultimo foglio riposto in cima ai faldoni degli inquisiti che subiscono una condanna appare la seguente dicitura: Fine pena. E dopo due punti, l’ anno in cui verranno scarcerati. Per i boss storici dei Casalesi, Francesco “Sandokan” Schiavone, Francesco Bidognetti ci sarà scritto: fine pena mai. La camorra nonè imbattibile. La Corte di Cassazione ha confermato le condanne. Dopo 11 anni si è chiuso il più grande processo di mafia, paragonabile solo al maxiprocesso di Palermo istruito da Falcone e Borsellino negli anni ‘ 80. Per lo Stato italiano ora è definitivo: esiste il clan dei Casalesi, esistono i loro affari i boss. È una vittoria. Tre gradi di giudizio, la parola dei pentiti è confermata dalle indagini. Fino alla fine i boss e i loro collegi difensivi hanno sperato che la Cassazione annullasse il secondo grado, ma non è andata così. Quando è arrivata la notizia, è come se vent’ anni mi fossero d’ immediato passati negli occhi. Nel corpo un’ emozione strana, come di rabbia e di amaro sollievo al contempo. Il pensiero va a coloro che quando parlavi di camorra dicevano che esageravi. Agli imprenditori che hanno fatto affari con il clan. Ai politici che hanno acquisito caratura nazionale grazie al poteree ai favori del clan, ai giornalisti che flirtavano con le organizzazioni divenendone portavoce. Il pensiero va a quando pronunciare la parola camorra era impossibile, a quando nessuno voleva saperne della realtà mafiosa del casertano.

ROBERTO SAVIANO LA REPUBBLICA

ROMA – Il mercato delle case arranca, quello delle tombe va a gonfie vele. A colpi di mouse, al cimitero monumentale del Verano di Roma, è stata venduta online una tomba a 900 mila euro. Una cifra raggiunta, in una sorta di ebay dei loculi, a colpi di rilanci e di clic. Già, perché il prezzo di partenza in questa asta organizzata dall’ Ama, la municipalizzata che nella Capitale si occupa di rifiuti e di gestioni cimiteriali, era di 150 mila euro. Ma i pretendenti all’ eterno riposo nella cappella in mattoncini rossi con tanto di colonne ioniche in marmo, sono stati talmente tanti che il rilancio ha portato il “vincitore” a spendere una cifra da attico, se non ai Parioli, in qualsiasi altro quartiere residenziale della Capitale. Con una differenza: non si è proprietari per sempre, dopo 75 anni la concessione finisce. «Sembrava di stare su ebay – racconta uno dei partecipanti all’ asta – fino a tre minuti dalla chiusura ci sono stati rilanci contenuti, poi due ore di battaglia, con cifre da capogiro, per aggiudicarsi un lotto». E la tomba di famiglia acquistata a peso d’ oro non è un episodio isolato. A 500 mila euro qualcuno si è aggiudicato un’ altra cappella nel silenzio del “Pincetto”, l’ angolo più esclusivo del Verano dove ci sono le tombe di personaggi illustri, da Roberto Rossellini a Sergio Leone e Vittorio De Sica. Un successo insperato per l’ Ama, per la prima volta alle prese con la formula dell’ asta telematica per trentacinque lotti da piazzare – tra il Verano e i più recenti cimiteri di Prima Porta e Maccarese – destinati ai soli romani. Il valore dell’ intera operazione, ancora in corso, era stato stimato intorno ai due milioni di euro. Ma visti i primi risultati, si pensa che nelle casse della municipalizzata possano entrare 10 milioni di euro.

ALESSANDRA PAOLINI LA REPUBBLICA

LA CLASSIFICA DELLA FELICITA ‘Siamo felici, dunque? In effetti, più di quanto si direbbe a prima vista. Nei sondaggi mondiali, in media una persona ogni 6-7 dichiara di essere al “massimo livello di felicità”, concetto relativo, ma pur sempre significativo. Lavorando su questi dati, l’economista Ruut Veerhoven, dell’università di Rotterdam, aggiorna costantemente il suo “Database mondiale della felicità”. Da buon economista, Veerhoven non si accontenta del dato grezzo, ma lo seziona e lo manipola per spremerne il massimo. Abbiamo, dunque, un primo indicatore, che ci dà la felicità media di una popolazione (su una scala da 0 a 10). Su 142 paesi, ‘Italia è al posto 40, la Francia al 44, gli Usa al 20. Ma la felicità conta quando dura e Veerhoven ci fornisce anche la classifica degli “Anni di vita felice”, ottenuta moltiplicando il livello di felicità per gli anni di aspettativa di vita. Negli Usa sono 58, in Italia 54, in Francia 52. La felicità media, naturalmente, non è uguale per tutti e Veerhoven registra le differenze all’interno delle singole popolazioni. Il paese in cui la felicità è distribuita più equamente è l’Olanda. Gli Usa sono al posto 26, l’Italia al 32, la Francia al 74, a metà classifica. L’ultimo indicatore non può dunque che essere la felicità, ponderata per l’ineguaglianza. I paesi che meglio combinano livello di felicità e sua distribuzione sono il Costarica e la Danimarca. Gli Usa fanno meglio dell’Italia, che fa meglio della Francia.

MAURIZIO RICCI LA REPUBBLICA

L’OSPITE  Strano, no? Vado a New York e questo amico insiste per prestarmi casa. Lui è un matematico e se ne sta fuori tre mesi, per insegnare a Londra. Alla fine accetto, vado e mi insedio a casa sua. E’  carina, accogliente, nel Village, vicino al fiume. Poi succede.Il quinto giorno apro l’armadio e, non so dire perché, mi infilo una sua camicia. Abbiamo la stessa taglia. La camicia è a quadretti, mai portata una, ma mi ci sento bene. La ragazza con cui esco mi dice che mi dona. Il giorno dopo ho addosso anche un suo abito scuro, con le sue Nike nere. E, questo è davvero curioso, parlo inglese in modo fluente, senza strafalcioni.Ma è dopo due settimane che mi scopro a fare calcoli rapidissimi, so risolvere equazioni, disegno la curva di Wibbs e azzero la quadrifalce secondo il logaritmo forzato. Oddio. Comincio a provare un forte interesse per gli uomini (il mio amico è gay) e vivo la mia prima esperienza con un barista di Chelsea.Ieri mi sono buttato dal ponte di Brooklyn. Indossavo una tuta blu e avevo con me un trattato di trigonomefolia. Chi avrebbe mai immaginato che il mio caro amico voleva ammazzarmi?

GABRIELE ROMAGNOLI NAVI IN BOTTIGLIA LA REPUBBLICA.IT

ADDIO ERIC ROHMER
Eric Rohmer è morto ieri a 89 anni: lo ha annunciato a Parigi una portavoce di Les Films du Losange, la società di produzione che il regista francese aveva fondato nel 1962 e con la quale ha realizzato tuttii suoi oltre venticinque film. Vero nome Jean-Marie Schérer, nato a Nancy nell’ aprile del 1920. Nella pattuglia di punta della Nouvelle Vague parigina Rohmer è, sensibilmente, il più anziano: un decennio, o poco meno o poco più, lo separa da Godard e Rivette (1928), da Chabrol (1930), da Truffaut e Malle (1932). Solo il padre ispiratore André Bazin è più anziano di lui (e Jacques Doniol-Valcroze, figura meno celebre delle altre, suo coetaneo; Alain Resnais di due anni più giovane). Prima e più di tutti incarna l’ intreccio indissolubile tra cinema praticato e teorizzato, comunque visceralmente amato, anzi “vissuto”. Dopo aver già scritto su testate importanti come Les Temps Modernes, fu tra gli animatori dei mitici Cahiers du cinéma nel 1951. La rivista-bibbia della cinefilia mondiale e tribuna prediletta della guerra senza quartiere al cosiddetto cinema di papà (soprattutto francese). Che egli stesso per alcuni anni dirigerà. Anticipando di un decennio il famoso bestseller di Truffaut pubblica nel 1957, a quattro mani con Claude Chabrol, un celebre saggio su Alfred Hitchcock.

PAOLO D’AGOSTINI LA REPUBBLICA

LE SPERANZE DELLA NAZIONE INDIANA  Il presidente Barack Obama ha dichiarato di voler attuare delle riforme per migliorare la condizione dei nativi americani negli Stati Uniti, ma le sfide a cui deve far fronte sono numerose. “Nella riserva di Pine Ridge, per esempio, il tasso di disoccupazione è all’80 per cento e l’aspettativa di vita è cinquant’anni”, racconta il Guardian.“La gente comune negli Stati Uniti non ha idea di come vivano gli indiani d’America nelle riserve: le loro condizioni di vita sono come quelle nel terzo mondo”, afferma un cittadino di Pine Ridge. “L’opinione corrente è che gli indiani delle riserve si siano arricchiti con i sussidi pubblici e con i guadagni delle case da gioco, ma questa immagine non corrisponde alla realtà”, continua il Guardian.Pine Ridge è una delle riserve più grandi degli Stati Uniti, ma anche una delle più povere. Quarantacinquemila persone vivono in novemila chilometri quadrati di territorio, più dell’80 per cento delle persone è senza un lavoro. Gli alloggi scarseggiano e in ogni casa vivono quindici persone, un terzo delle case è senza elettricità e senza acqua corrente. La mortalità infantile è tre volte superiore alla media degli Stati Uniti e, a causa della dieta squilibrata e dell’abuso di alcol, il 50 per cento della popolazione sopra i quarant’anni soffre di diabete. L’incidenza dei suicidi tra i giovani di Pine Ridge è tre volte la media nazionale.

CHRIS Mc GREAL THE GUARDIAN

CON LA MUSICA DI MOZART I BIMBI CRESCONO MEGLIO
A suon di musica verso le braccia della mamma, a patto che la musica di accompagnamento sia quella di Mozart. Una ricerca della Scuola di medicina dell’ Università di Tel Aviv ha accertato che i neonati prematuri acquistano peso più velocemente se cullati dalle note del compositore austriaco. Non succede la stessa cosa con Bach o con Beethoven. PER accelerare il processo fondamentale per il recupero dei neonati prematuri ci vuole proprio Mozart. Sulla rivista specializzata Pediatrics, i ricercatori spiegano come l’ aumento di peso sia conseguenza dell’ azione rilassante della musica e come quella di Mozart, in particolare, sia capace di far agitare meno i neonati, con conseguente rallentamento del metabolismo e riduzione del dispendio di energie. Durante la ricerca, i medici hanno fatto ascoltare Mozart ai neonati per trenta minuti, mentre ne misuravano il dispendio di calorie. Hanno poi messo a confronto i dati ottenuti con la quantità di energie spese dai prematuri in condizioni standard, cioè senza musica, oppure durante l’ ascolto di altri compositori. L’ “effetto Mozart”è stato lampante, con una riduzione notevole delle calorie bruciate. «Supponiamo che le melodie ripetitive di Mozart agiscano sulla corteccia cerebrale – ha dichiarato il coordinatore della ricerca, Ronit Lubetzky, alle agenzie di stampa – perché abbiamo verificato come lo stesso effetto non si ottenga con musiche di Beethoven, Bach o Bartok, dall’ andamento meno lineare di quelle di Mozart.

CRISTINA NADOTTI LA REPUBBLICA

Le motivazioni per stringere in un binomio secco il gioco e l’arte sono svariate. Da un lato c’è una sorta di parentela, mediata da una ritualità che conferisce senso ad attività accomunate dall’essere senza interessi, e dall’essere invece mosse dal puro piacere e dal divertimento. Ma la vicinanza non si ferma qui. Arte e gioco sono sistemi di pensiero capaci di azionare logiche alternative, eccentriche rispetto a quella tradizionale. E di farci vedere, quindi, un palmo più in là di ciò che abbiamo a portata di mano. Poi, al pari del bambino alle prese con un giocattolo, anche l’artista “decostruisce” e “costruisce” la sua opera: smonta, rompe, assembla, mette insieme, installa. Crea un ordine, così come il bambino crea qualcosa di nuovo dal suo giocattolo: un amico, una presenza, un mondo di riferimento. Con il gioco, non a caso, si cresce.Ma c’è dell’altro. E’ il nostro mondo post-moderno ad accrescere il territorio del gioco e un’interpretazione ludica dell’arte a volte pericolosamente vicina alla frivolezza. Non solo perché in un’epoca di pensieri deboli e valori cagionevoli, l’elemento ludico acquista più importanza, il fatto è che si assottiglia sempre di più il confine tra reale e virtuale, tra reale e artificio, tra reale e gioco. E l’arte non fa che mettere in scena tutto questo.

ADRIANA POLVERONI LA REPUBBLICA.IT

LE REGOLE: SALDI

1 Un paio di stivali da duemila euro al 50 per cento sono comunque degli stivali da mille euro.

2 Se i saldi sono una trappola per allocchi, i presaldi a invito sono il club degli idioti.

3 Nessuno sconto potrà rendere plausibile l’acquisto di un set per fonduta.

4 Far trapelare il tuo interesse per la maglietta che ha in mano qualcun altro è il modo migliore per convincerlo a comprarla.

5 Chi si è sempre chiesto come sia l’inferno può passare una giornata in un outlet durante i saldi.

INTERNAZIONALE

Balotelli reagisce ai fischi: Giocare a Verona mi fa schifo
Verona ma quale festa? Tutto in malora. Siamo qui a discutere di un ragazzo che si sente offeso da una città, di una città che si sente offesa da un ragazzo. Che poi il ragazzo, Balotelli, abbia segnato il gol della vittoria interista è secondario.

GIANNI MURA LA REPUBBLICA

NEW YORK — OBAMA:SICUREZZA,TROPPI ERRORI

“Un fallimento disastroso”. Sì dell’Italia ai body scanner in aeroporto«La sicurezza ha fallito in modo disastroso e l’attacco di Natale poteva essere evitato». La rabbia del presidente degli Usa, Barack Obama, si abbatte sui servizi segreti americani al termine del vertice con i capi dell’intelligence. Il numero uno della Casa Bianca ammette errori e blocca il trasferimento dei prigionieri da Guantanamo allo Yemen. Intanto l’Italia introdurrà i body scanner a Fiumicino e Malpensa. Londra annuncia che Heathrow li avrà nel giro di tre settimane.

LA REPUBBLICA

In Iran il cinema deve passare il vaglio della censura e i registi subiscono pressioni da parte del governo: a molti di loro è proibito uscire dal paese, ad altri è impedito di tornarci. Ma i film iraniani continuano a essere prodotti, a girare nei circuiti internazionali e a vincere premi. L’ultimo successo è il film di Bahman Ghobadi Nessuno conosce i gatti persiani, che nel 2009 ha vinto a Cannes il premio speciale della giuria e che è in uscita in questi giorni in Francia.Il film, scritto insieme alla fidanzata Roxana Saberi (la giornalista statunitense di origine iraniana arrestata e processata in Iran con l’accusa di spionaggio) e a Hossein M. Abkenar, racconta la vita di un gruppo di giovani a Teheran, nel panorama musicale underground della capitale della repubblica islamica.Ashkan e Negar sono due ragazzi che vogliono emigrare per poter coltivare la loro passione per la musica. Per uscire dal paese i due devono procurarsi visti e passaporti e per farlo sono costretti a ricorrere al mercato illegale che si svolge nelle cantine e nei garage di Teheran. Nelle stesse cantine in cui i gruppi musicali più popolari della capitale si esibiscono per sfuggire alla censura.Il film diventa un viaggio nella musica iraniana contemporanea: indie, pop, rock, heavy metal. Una musica che racconta il paese, le contraddizioni della politica, ma anche la vita dei giovani e le loro frustrazioni.Ghobadi ha girato il film senza il permesso delle autorità e in 17 giorni, con una piccola telecamera digitale perché tutto il materiale girato con la 35 mm è di proprietà dello stato.“Abbas Kiarostami, uno dei maestri del cinema iraniano, ha criticato la decisione di Ghobadi di girare il film senza i permessi e di non tornare in Iran. Questa polemica tra i due ha sollevato un dibattito molto acceso sul ruolo dell’arte in Iran”, racconta il New York Times.

INTERNAZIONALE

LA CORSA A VENDERE I VACCINI DEL VIRUS A
PARIGI – È partita la grande svendita del vaccino contro il virus influenzale A. Molti paesi europei, dopo il flop delle vaccinazioni, hanno ora deciso di rivendere le dosi acquistate nei mesi scorsi. La primaa muoversiè stata la Francia che aveva ordinato 94 milioni di vaccini. Tra i primi acquirenti, il Qatar. Ha già acquistato 300.000 fiale. Negoziazioni sono pure in corso con l’ Ucraina, dove la Francia è in concorrenza con Germania e Spagna, che vogliono rivendere i vaccini chiusi nei magazzini. –

BOCCI E GINORI LA REPUBBLICA

Quel che resta di Freud
A settant’ anni dalla morte di Freud vien da chiedersi che cosa sopravvive della sua teoria e che cosa invece si è rivelato caduco. È questa una domanda legittima, ma che forse vale solo per le scienze esatte, dove verifiche oggettive e sperimentazioni sempre più approfondite consentono di validare o invalidare una teoria. La psicoanalisi non è una scienza “esatta”, ma si iscrive nell’ ambito delle scienze “storico-ermenutiche”. E questo perché la psiche è così solidale con la storia da essere profondamente attraversata e modificata dallo spirito del tempo, che è possibile cogliere e descrivere solo con l’ arte dell’ interpretazione o, come oggi si preferisce dire, col lavoro ermeneutico. Questo spiega perché, a partire da Freud, si sono sviluppati tanti percorsi interpretativi, approdati ad altrettante teorie psicoanalitiche, da cui hanno preso avvio le diverse scuole. In comune esse hanno il concetto di «nevrosi» che Freud, dopo aver rifiutato di considerare la nevrosi una malattia del sistema nervoso come voleva la medicina di stampo positivista in voga al suo tempo, ha trasferito dal piano “biologico” a quello “culturale”. Lo ha fatto definendo la nevrosi come un «conflitto» tra il mondo delle pulsioni (da lui denominato Es) e le esigenze della società (denominate Super-io) che ne chiedono il contenimentoe il controllo. In questa dinamica è possibile scorgere il tragitto dell’ umanità e il suo disagio che Freud condensa in queste rapide espressioni: «Di fatto l’ uomo primordiale stava meglio perché ignorava qualsiasi restrizione pulsionale. In compenso la sua sicurezza di godere a lungo di tale felicità era molto esigua. L’ uomo civile ha barattato una parte della sua possibilità di felicità per un po’ di sicurezza».

UMBERTO GALIMBERTI LA REPUBBLICA

L’ALTRO TOTTI: HO PAURA DELLA MORTE MA CREDO CHE CI SIA UN’ALDILA’

Francesco Totti deve aver capito che il miglior modo di prevedere il futuro è quello di costruirlo. Sarà per questa ragione che qui a Trigoria ha un ufficio nello stesso corridoio dei manager della società. Il numero 17. È l’ unico giocatore della Roma a possederlo. IMMAGINO sia il solo calciatore al mondo ancora in attività che ha il suo nome su una targhetta in ottone avvitata a una porta. Nell’ ufficio ci sono una scrivania, un computer, un televisore, le sue fotografiee le maglie scambiate con gli avversari appese alle pareti. Sulla soglia penzolano dal muro disegni di bambini, lettere di ragazzine, dediche come questa: “Al nostro unico capitano, come esempio da seguire, i pulcini del ‘ 96”. Ci sono giorni, racconta, in cui riceve dalle venti alle quaranta persone. Altri in cui fugge attraverso scale a lui solo conosciute per trovare un po’ di pace. Francesco Totti, si sa, è un fenomeno. Si sono studiati i suoi piedi. Mai il resto. L’ ha sempre impedito, a costo di apparire vuoto. Eppure ha un’ intelligenza che è un misto tra quella selvaggia del ragazzo allevato nella foresta dai lupie quella degli elettricisti di Paolo Conte. La luce dell’ artigiano geniale e furbo. Inoltre ti fa ridere, che non è poco. Ma tutto questo arriva dopo quasi due ore di conversazione. All’ inizio c’ è un giovane uomo in scarpe da ginnastica e braghette corte, con le ginocchia enormi per i muscoli e solcate di cicatrici arrossate, con una fede e una fedina d’ oro bianco all’ anulare sinistro. Un ragazzone che sembra avere poco interesse all’ impegno e molta fretta di andarsene. Sono stato avvertito: parlare con Totti di qualcosa che non sia il calcio, mi è stato detto, è quasi impossibile. Si esprimerà a monosillabi. Sono prevenuto e preferisco dirglielo subito. «Si vede che i suoi informatori credono di conoscermi bene… Non sono un filosofo. Forse sono ignorante, ma non stupido». Lei parla pochissimo, tranne che nelle pubblicità. Perché? «Non riesco a esternare i miei sentimenti con chi non conosco, a chi non sta nei miei affetti. Anzi, non mi interessa proprio farlo». E’ ciò che si chiama pudore? «Pudore? Forse sì. Io conosco la parola carattere. Lo chiamo così». Me lo descriva. «Sono molto fisico, romantico. Mi piace toccare le persone, abbracciare gli amici, mettergli una mano sulle spalle e stringere. So quali sono le cose importanti, a loro cerco di dare tutto me stesso. Lo faccio con i miei figli, con Ilary. Pochi altri».

DARIO CRESTO-DINA LA REPUBBLICA

I MIGLIORI E I PEGGIORI DEL 2009,I RISULTATI DEL SONDAGGIO

È un quadro variopinto quello che esce dal nostro sondaggio, alcuni dati possono apparire scontati altri un po’ meno, vediamoli nel dettaglio.  E’ Berlusconi il peggior politico della maggioranza. Un Berlusconi prendi tutto, eletto anche uomo meno sexy, peggiore imprenditore, e con lui punita tutta la sua scuderia: Feltri peggior giornalista della carta stampata, il sito de ilgiornale.it peggior sito, e la notizia della sua aggressione in piazza del Duomo è stata eletta la seconda peggior notizia dell’anno seconda solo al terremoto dell’Abruzzo. Fra le file della maggioranza e al governo si salvano in pochi, su tutti, il presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro dell’agricoltura Luca Zaia, buoni spunti anche per Fabio GranataGiorgia Meloni (secondo miglior ministro).Sui banchi dell’opposizione, gli “inciuci” di D’Alema l’hanno fatto eleggere il peggior politico. IDV compone i due terzi del podio dei migliori in parlamento con Di Pietro in testa e De Magistris terzo. Il PD prende il secondo posto, ma a sorpresa non con il suo segretario ma con Rosy Bindi. Sul fronte della cultura non ne esce bene Federico Moccia, che ha ben suoi 2 libri tra i peggiori dell’anno e risulta terzo peggior regista dietro i popolarissimi Carlo Vanzina e Neri Parenti. A teatro i nostri lettori vanno a vedere Travaglio con il suo Promemoria, miglior spettacolo, sarà raro invece trovarli agli spettacoli del Bagnaglino.Non è un segreto l’amore dei nostri lettori per i giornalisti del Fatto e Marco Travaglio che lo eleggono anche miglior giornalista della carta stampata e saggista con il suo Odore dei soldi e Papi, nonchè secondo uomo più sexy dietro solo a George Clooney. Bocciate al cinema le imprese attoriali di Michelle Hunziker e Cristian De Sica, il loro film Natale a Berverly Hills risulta il primo dei peggiori. Se vanno al cinema i nostri cari lettori vanno a vedere Tarantino, eletto miglior regista e il suo ultimo Bastardi senza gloria miglior film dell’anno,  Giovanna Mezzogiorno e Jonny Depp sono i loro attori preferiti. Anche la BellucciRosy Bindi insieme alla Gelmini e la De Filippi, sempre tra le donne, bocciate in eleganza anche la Santanchè e Barbara D’Urso.Capitolo televisione, Michele Santoro e la Gabanelli con le loro trasmissioni Annozero e Report sono i giornalisti tv più apprezzati, bocciato su tutta la linea il salotto di Porta a Porta che prende due statuette come peggior programma televisivo e peggior conduttore Bruno Vespa, castigato anche il suo saggio Donne di cuori. Da una televisione nazionale che spesso non soddisfa i nostri lettori, si salvano anche i volti della Dandini e di Fabio Fazio. Alla radio il solido programma di Dose e Presta Il Ruggito del Coniglio raccoglie consensi, Aldo Forbice invece non piace, Zapping è il peggior programma radiofonico.Musica: Vince il raffinato e popolare Franco Battiato. L’altrettanto popolare Gigi D’Alessio, e il fenomeno Marco Carta non sono presenti nelle playlist musicali dei lettori de Il Fatto.Letteratura. Gomorra continua a piacere e ad essere letto. Nel mondo dell’imprenditoria viene premiata casa Fiat con i nomi di Marchionne e Montezemolo.Nessuna sorpresa invece sul campo delle notizie, abbiamo goduto tutti della bocciatura del lodo Alfano (eletto anche peggior ministro) e la nascita del Fatto Quotidiano e reputiamo continui ad essere una vera tragedia il terremodo in Abruzzo con i suoi strascichi. Sport, che passione: il pallone d’oro Lionel Messi mette d’accordo tutti è il migliore, non piacciono gli juventini tra tutti Felipe Melo. Apprezzata la freschezza della pluri-medagliata nuotatrice Federica Pellegrini e del motociclista Valentino Rossi, bocciati i modi manageriali di Flavio Briatore esplulso dalla Formula uno anche se riammesso nelle ultime ore.

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